Tennstedt Dirige Prokofiev & Dvorak

Nei tre concerti che si tennero alla Philharmonie nel marzo del 1984 gli appassionati di musica berlinesi notarono diversi elementi insoliti. Nel suo articolo pubblicato sul Berliner Morgenpost, Klaus Geitel li sintetizzò in questi termini: «questo concerto va a collocarsi sotto diversi aspetti su altissimi livelli: un programma brillante, coerente e dai contenuti decisamente innovativi, un solista di grande carisma ma del tutto privo di atteggiamenti troppo retorici e un direttore giunto allapice dei suoi mezzi tecnici ed espressivi». Tennstedt iniziò il concerto con Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky, esaltante e immaginifica trasposizione in musica di un sabba di streghe. Da notare che non fu eseguita la celebre versione orchestrata da Nikolai Rimsky-Korsakov, ma lopera originale di Mussorgsky, dai tratti più scabri e selvaggi. Nella recensione pubblicata sul Tagesspiegel Walter Kaempfert scrisse: «La commovente esuberanza del suo stile interpretativo, che in molti casi trova espressione in una gestualità molto accentuata, ha spronato lorchestra a enfatizzare al massimo i contrasti dinamici e una serie di sfumature che non piacciono a tutti gli ascoltatori. Il fortissimo iniziale ha lasciato il pubblico a bocca aperta e lo straordinario genio del compositore ha spinto lorchestra a dare il meglio di se stessa nellevocare il sabba delle streghe, dando vita a una infernale sarabanda sonora che Berlioz non sarebbe riuscito a immaginare nemmeno nei suoi sogni più sfrenati». Il secondo brano in programma era il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Sergei Prokofiev interpretato da Horacio Gutierrez. Nato nel 1948 a LAvana ma trasferitosi negli Stati Uniti già nel 1961, Gutierrez si diplomò alla Juilliard School di New York e nel 1970 vinse la medaglia dargento al prestigioso Concorso Ciaikovsky di Mosca. La sua interpretazione del Concerto n. 2 in sol minore di Prokofiev con Tennstedt fu sicura, raffinata e ricca di contrasti dinamici e di sfumature timbriche. Secondo Klaus Geitel, Gutierrez «ha messo in evidenza la pomposa intelligenza di questopera e la sua energia brillante e arguta con una stupefacente delicatezza e una padronanza tecnica assoluta ma capace di raggiungere le più alte vette del virtuosismo senza scadere in un mero autocompiacimento». Questo entusiasmo caratterizzò anche la seconda parte del concerto, nel quale Tennstedt offrì al pubblico berlinese una splendida interpretazione della Nona Sinfonia in mi minore di Antonín Dvorák. La recensione di Klaus Geitel pubblicata sul Berliner Morgenpost lodava «la rigorosa logica musicale della lettura di Tennstedt, la sua assoluta coerenza emozionale, la sua pensosità e la sua energia, che trovava una magistrale risposta nella brillante performance dellorchestra». Il collega di Geitel Walter Kaempfer dimostrò un entusiasmo nettamente minore: «Se nei passaggi più lirici lorchestra si è mantenuta sui suoi consueti altissimi standard, come si può notare nel caso dei legni e degli archi sia nelle sezioni solistiche sia in quelle che vedevano protagonista tutta lorchestra, a mio giudizio alcuni passaggi sono stati eseguiti con eccessivo autocompiacimento e troppa enfasi». Come sempre, la registrazione di questo concerto riesce a trasmettere con grande immediatezza il senso di eccitazione dellevento allascoltatore di oggi, che può percepire chiaramente il coinvolgimento emotivo del direttore, dellorchestra e del pubblico. (dalle note di copertina di Helge Grünewald, 2010).