WOYRSCH FELIX: Sinfonia N.3

Il sinfonista Felix Woyrsch visse la stessa esperienza che era capitata prima di lui a Johannes Brahms, in quanto si trovò a dover reggere sulle proprie spalle il gravoso fardello della tradizione sinfonica tedesca, che nel suo caso comprendeva non solo le nove luminosissime stelle del firmamento beethoveniano, ma anche i monumentali capolavori di Bruckner e dello stesso Brahms. Date queste premesse, per Woyrsch fu molto difficile elaborare un modello di sinfonia veramente originale, anche perché non si spinse mai al punto di rompere con la tradizione, preferendo cercare una via praticabile per proseguire secondo la sua sensibilità la gloriosa linea sinfonica tracciata nei paesi di lingua tedesca nel corso del XIX secolo. Mentre Brahms si avvicinò alla sinfonia passando dal genere cameristico, Woyrsch sembra aver iniziato il suo cammino verso la musica assoluta partendo dalle opere a programma. In ogni caso, sotto il profilo stilistico le Tre Fantasie da Böcklin, composte due anni prima della Prima Sinfonia, appartengono al gruppo di opere che condussero Woyrsch al genere sinfonico, in quanto in questi brani il compositore tedesco utilizzò sia nell’organico sia nelle architetture armoniche risorse timbriche che riprese solo in pochissime altre opere. Queste fantasie divennero ben presto le opere più famose della produzione orchestrale di Woyrsch. Sebbene Woyrsch non abbia mai ambito a diventare un innovatore e tanto meno un rivoluzionario, la sua Terza Sinfonia è caratterizzata da una scrittura ricca di cromatismi e da una scrittura tonale spesso dissonante, due peculiarità che giustificano ampiamente il titolo di Sinfonia Apocalittica nell’ambito della sua produzione.