

Esecutore: WURttembergische Philharmonie
Autore: Antheil
Numero dischi: 1
Barcode: 0761203519620
Spedizione gratuita per ordini superiori a 95 €
Dischi al sicuro grazie ai nostri imballaggi
Spedizione in 1 giorno lavorativo
Un nuovo disco dedicato a George Antheil
La vita del compositore e pianista americano George Antheil è punteggiata da un gran numero di bizzarrie. Quasi un secolo fa, l’allora giovanissimo George si preparò per partire alla conquista dell’Europa con le sue “ultramoderne” opere per pianoforte e nel giro di pochissimo tempo venne considerato l’enfant terrible della musica contemporanea. I suoi primi concerti suscitarono clamorosi scandali, con il pubblico che rideva apertamente e si scambiava gomitate ammiccanti e la stampa specializzata che non perdeva l’occasione di fomentare le polemiche. In ogni caso, Antheil non tardò a perdere il suo gusto per la provocazione: niente di cui stupirsi, perché il compositore era finalmente cresciuto, si era calmato e aveva raggiunto un maggiore equilibrio, anche perché una serie di esperienze decisamente negative lo avevano colpito più volte con grande durezza. Al suo ritorno negli Stati Uniti, Antheil elaborò così uno stile che seppe attirare l’interesse di molti celebri direttori d’orchestra del suo paese e di ottenere una maggiore considerazione da parte del pubblico. Questo nuovo disco della CPO ci permette di seguire il tortuoso cammino di “redenzione” compiuto da questo compositore, con quattro opere di grande interesse, che ne identificano le principali tappe stilistiche. Composta nel 1921, Golden Bird è una miniatura dalla strumentazione gradevolmente esotica dal sapore cinese, che viene seguita da Dreams (1934), un balletto dalle delicate sfumature iridescenti, che Antheil compose per soddisfare una commissione che aveva ricevuto dal celebre coreografo George Balanchine. Le due Serenate (1947-48) tratteggiano l’immagine di un compositore dalla vena creativa gradevole e facilmente comprensibile, perennemente alla ricerca di uno stile genuinamente americano e che nel corso della sua carriera aveva imparato che la modestia poteva essere una efficace chiave per raggiungere il successo.