RESPIGHI: Opere orchestrali

La cosiddetta Trilogia romana è senza dubbio una delle opere più conosciute e amate di Ottorino Respighi. Sotto il profilo strutturale, Le fontane di Roma e I pini di Roma si compongono di quattro sezioni distinte, ognuna delle quali tratteggia l’immagine di una fontana o di una macchia di pini di Roma in un momento particolare del giorno. L’ultima parte della trilogia – Feste romane – è invece ispirata a quattro delle feste più importanti del calendario della Città Eterna. Per scrivere Vetrate di chiesa il compositore bolognese si ispirò ai Preludi su temi gregoriani, tre lavori per pianoforte solo pubblicati nel 1922 e orchestrati tre anni più tardi, ai quali aggiunse un altro movimento per realizzare una suite sinfonica in quattro movimenti. Ogni movimento venne contrassegnato da un titolo specifico, che si riferisce a una scena biblica o della storia della chiesa che appare sulle vetrate istoriate. Per esempio, il primo movimento presenta un andamento lento e maestoso e un accompagnamento suggestivo e dal moto incessante che sembra evocare «il passaggio di un carro in un luminoso cielo stellato», un’immagine da cui deriva il titolo Fuga in Egitto. Per scrivere le Impressioni brasiliane, Respighi attinse ai ricordi pittoreschi ed emozionanti di un viaggio da lui compiuto qualche tempo prima in America Latina. Il primo movimento è un notturno dai toni molto fascinosi, che riecheggia i vivaci ritmi delle danze e dei canti popolari portati dal vento di una calda notte tropicale nel magico paesaggio brasiliano. Il secondo movimento dà veste musicale a un ricordo assai meno gradevole, vale a dire la visita all’Istituto dei Rettili di Butantan, con la musica che evoca in maniera estremamente realistica i movimenti sinuosi e i minacciosi versi dei serpenti a sonagli. Il balletto Belkis, regina di Saba è incentrato sul favoloso viaggio compiuto intorno al 1000 a.C. dalla regina di Saba Belkis su invito del re di Israele Salomone. Il balletto completo – della durata di circa 80 minuti – richiede un organico orchestrale di dimensioni inaudite, comprendente anche strumenti molto inconsueti come i sitar e le macchine per il vento, un grande coro e diversi solisti, oltre a una voce recitante che narra la storia in versi. Due anni dopo aver portato a termine il balletto, Respighi ne ricavò la suite orchestrale presentata in questo disco. Composta nel 1950 su commissione di Serge Koussevitzky per festeggiare il cinquantesimo anniversario della fondazione della Boston Symphony Orchestra, Metamorphoseon è costituita da dodici variazioni o “modi”. Il giorno dopo la prima esecuzione di quest’opera, il critico del The Boston Traveller scrisse: «[…] Un’opera di proporzioni colossali […] Respighi sfoggia un raro genio per la melodia, una assoluta padronanza tecnica e – soprattutto – un’orchestrazione molto brillante». Di seguito riportiamo alcune delle recensioni con cui vennero accolti questi due dischi in occasione della loro prima uscita: «La fluida direzione di Geoffrey Simon, lo scintillante panneggio sonoro della Philharmonia Orchestra e l’eccellente qualità sonora ottenuta dai tecnici della Chandos contribuiscono a rendere questo disco un titolo particolarmente indicato per chi ama le opere dalla ricca timbrica orchestrale» (Gramophone, a proposito di CHAN8317, Vetrate di chiesa, Impressioni brasiliane) «La qualità sonora della Chandos è davvero straordinaria, anche se si tiene conto che è stata realizzata in una sala in cui sono stati registrati molti dischi di altissimo livello, brillante ma calda e bilanciata alla perfezione» (Gramophone, a proposito di CHAN8405, Belkis, regina di Saba e Metamorphoseon).