THE JAZZ MESSENGERS (mono)

L'aspetto più notevole di questa prima registrazione del gruppo è che molte di queste selezioni sono diventate dei classici dell'hard bop, venerati e riproposti da migliaia di band in tutto il mondo. "Nica's Dream" è la più nota di tutte, tipica dei ritmi calypso che Blakey prediligeva all'epoca, con una melodia cantilenante e canticchiabile guidata da Byrd che è pura anima personificata e intrisa di blues non corrisposto. La loro interpretazione di "The End of a Love Affair" è uno di quegli arrangiamenti difficili da superare, pieno di abili cambi di ritmo e di un suono distintivo del gruppo identificato dal tandem Mobley-Byrd. "Ecaroh" ("Horace" scritto al contrario) mantiene il ritmo latino, ma lo inserisce in un contesto più leggero, una semplice bellezza di una melodia che solo il pianista e Blakey avrebbero potuto concepire e definire propria all'epoca. "Infra Rae" è una quintessenza dell'hard bop e "Hank's Symphony", pur non essendo un classico, è innovativa in quanto utilizza un'introduzione di ispirazione asiatica, una base afro-cubana e una selvaggia forza d'uragano attraverso il drumming veloce, ispirato e sciolto di Blakey.

Questa versione in doppio vinile LP è un'edizione ampliata, che include cinque brani extra. Ci sono una prima e una seconda take del calypso shuffle-to-bop "Carol's Interlude", le prime versioni dell'originale bopper "Weird-O", gli standard "Ill Wind" e "The Late Show" e la versione in studio di "Deciphering the Message" di Mobley, che sfoggia una melodia sparsa e tangenziale che non era mai stata disponibile in precedenza, ma che ora è presente in questa registrazione. In retrospettiva, i Jazz Messengers potrebbero essere facilmente etichettati come l'ottava meraviglia del mondo, a partire da questo primo sforzo finemente realizzato che sicuramente resiste alla prova del tempo.

Registrato al Columbia 30th Street Studio, New York City il 6 Aprile6 e il 4 Maggio 1956

Horace Silver, pianoforte; Donald Byrd, tromba; Hank Mobley, sax tenore; Doug Watkins, contrabbasso; Art Blakey, batteria