STAN GETZ & CHARLIE BYRD: Jazz Samba

Esecutore: Maria Toledo, voce;Stan Getz, sax tenore; Charlie Byrd, chitarra; Keter Betts, contrabbasso; Gene Byrd, contrabbasso, chitarra; Buddy Deppenschmidt, batteria; Antonio Carlos Jobim, chitarra; Bill Reichenbach, batteria

Autore: Stan Getz & Charlie Byrd

Numero dischi: 1

Barcode: 0602448644183

LP
Jazz
2023
ASLPVER83001
2023-06-01
52,00 €
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Un nuovo splendido titolo della collana di ristampe del catalogo Verve / Universal Music Enterprises curata dalla Acoustic Sounds

Ogni mese almeno una nuova uscita degli album più emblematici del grande jazz

Rimasterizzazione effettuata da Ryan K. Smith presso lo studio Sterling Sound a partire dai master analogici originali

LP da 180 grammi stampato presso la Quality Record Pressings

Copertina gatefold tip-on vecchio stile realizzata dalla Stoughton Printing

Serie supervisionata da Chad Kassem, amministratore delegato della Acoustic Sounds

Jazz Samba è considerato il primo disco dell’omonimo stile, nel quale il jazz si fonde con i ritmi brasiliani della bossa nova e del samba vero e proprio. Nel 1961 Charlie Byrd, un chitarrista che lavorava a Washington, fu invitato a effettuare una tournée di 12 settimane in Brasile con il suo trio (di cui facevano parte il contrabbassista Keter Betts e il batterista Buddy Deppenschmidt) per conto del Dipartimento alla Difesa statunitense. Per Byrd si trattava di una grande occasione, una delle più grandi della sua vita, in quanto fino ad allora aveva avuto solo una discreta carriera come chitarrista elettrico in varie orchestre sin dalla fine degli anni Quaranta e tra il 1958 e il 1959 aveva suonato con Woody Herman. A Washington si era specializzato nella riproposizione in chiave jazz di standard con la chitarra classica. Va però detto che nel jazz la chitarra era rimasta sostanzialmente ferma a Charlie Christian. Byrd, che negli anni della guerra aveva suonato con Django Reinhardt a Parigi e nel 1954 aveva studiato con Andrés Segovia in Italia, cercava ancora una strada per il suo strumento.  Byrd conosceva già la chitarra sudamericana e in particolare lo stile cubano, ma, arrivato a Rio de Janeiro, rimase colpito dal modo, del tutto nuovo, con cui i brasiliani suonavano: era la batida tipica della bossa nova inventata e resa popolarissima dal cantante e chitarrista João Gilberto.

In Brasile Byrd ebbe modo di conoscere e suonare con molti dei nuovi musicisti della “nuova onda”; in particolare, oltre a João Gilberto fu molto impressionato dal virtuoso (anche se ancora immaturo) chitarrista Baden Powell, da molti considerato ancor oggi il miglior interprete del suo strumento e futuro compositore di molti classici della musica popolare brasiliana. Furono soprattutto i suoi due compagni di viaggio, Betts e Depperschmidt, che approfondirono il nuovo ritmo e ne furono plasmati.

Tornato negli Stati Uniti, con una valigia piena di dischi brasiliani, Charlie Byrd provò a proporre la bossa nova alle case discografiche, ma senza ottenere particolare interesse. Iniziò a suonarla in coppia con il chitarrista Herb Ellis suscitando soltanto qualche curiosità. A New York tentò di registrare alcuni pezzi, con una sezione ritmica che faceva fatica a capire il ritmo da tenere.

Nel frattempo il sassofonista Stan Getz, da poco tornato da un soggiorno di alcuni anni in Danimarca dove si era anche risposato, faticava a sbarcare il lunario: il jazz stava attraversando una profonda crisi commerciale e il suo modo di suonare il sax, più vicino a Lester Young che a John Coltrane, era considerato ormai superato e non interessava più a nessuno.

Alla ricerca di scritture e di una formazione stabile, Getz arrivò a Washington, dove fu avvicinato da Charlie Byrd, che gli fece ascoltare i dischi di Gilberto, che aveva portato dal Brasile. Provando a improvvisare sulle note di “Chega de saudade”, Getz disse a Byrd: «Non riesco a suonare!». Secondo alcune fonti, fu l’ascolto di “Desafinado” a convincerlo. In ogni caso, dopo alcune prove, rimasto impressionato non solo dalla musica, ma soprattutto dalla voce e dalle melodie di João Gilberto, disse: «Suoniamo questa musica».

Tornato a New York, Stan Getz si rivolse a Creed Taylor, produttore della Verve Records. Nell’ufficio di Taylor, i due ascoltarono attraverso il telefono i dischi brasiliani di Charlie Byrd, rimasto a Washington; Taylor fu convinto e acconsentì a produrre il disco.

Getz e Byrd iniziarono a provare con varie formazioni, ma ancora una volta il ritmo offbeat della bossa nova non era facile da imparare per jazzisti abituati allo swing e al blues. Le battute non erano mai 16 o 32 come negli standard e il batterista newyorkese ingaggiato non riusciva a tenere il tempo senza perdere il controllo della grancassa. Byrd propose allora di ricorrere ai suoi amici di Washington che lo avevano seguito in Brasile e che avevano avuto modo di sperimentare il nuovo ritmo con i suoi creatori.

La mattina del 13 febbraio 1962, Stan Getz e Creed Taylor presero l’aereo dall’aeroporto La Guardia di New York alla volta di Washington. La sessione di registrazione durò tre o quattro ore al massimo, tanto che i due poterono tornare a casa per l’ora di cena.

Il disco fu registrato da Taylor e dal tecnico Ed Green con un registratore portatile (Ampex o Sony 7 1/2 IPS), all'interno di una chiesa nel quartiere nero della città. La chiesa (Pierce Hall All Souls Unitarian Church) aveva un’ottima acustica e pare fosse stata suggerita da Bill Reichenbach, nuovo batterista di Charlie Byrd.

Alla registrazione parteciparono due batteristi, Reichenbach e Deppenschmidt, Keter Betts al contrabbasso e il giovane fratello di Byrd, Gene, alla sua prima esperienza discografica, alla chitarra e al contrabbasso. Con una così potente sezione ritmica, Getz e Byrd poterono fraseggiare e tessere le loro linee melodiche in completo rilassamento, sostenuti da una base che riusciva, finalmente, a suonare il ritmo ascoltato dal gruppo nei dischi di João Gilberto.

Ricorda Charlie Byrd che decise di utilizzare due batterie perché «è così che fanno i brasiliani».

Al ritorno a New York, Creed Taylor era preoccupato per la qualità delle registrazioni, effettuate in condizioni “non professionali” in particolare, il suono del contrabbasso pareva troppo cupo e rimbombante per il fatto che il microfono sembrava troppo distante dallo strumento. Durante la produzione del disco, ricorda Taylor, l'unica cosa “stonata” pareva “Desafinado”, che in portoghese significa appunto “stonato”. La preoccupazione di Taylor si rivelò infondata, in quanto “Desafinado” ottenne un successo clamoroso.

Antônio Carlos Jobim e Newton Mendonça avevano scritto la canzone, alla fine degli anni Cinquanta, dedicandola al gruppetto di nuovi musicisti che Jobim stesso aveva definito “quelli della bossa nova” e che si riunivano a casa della loro musa Nara Leão a Rio de Janeiro:  «Se insisti a classificare il mio comportamento come antimusicale, mentirei a me stesso se non argomentassi che questa è bossa nova, questo è molto naturale»

La scelta dei pezzi non fu facile, in quanto oltre al punto fermo “Desafinado” e all’esclusione di “Chega de saudade”, indigesta a Getz, Charlie Byrd aveva a disposizione un gran numero di pezzi tra cui scegliere. Nel disco furono inseriti un brano di Byrd stesso, “Samba Dees Days”, e uno del grande Ary Barroso, “Bahia”, già noto negli Stati Uniti perché inserito nella colonna sonora del film della Disney I tre caballeros del 1945. Completano il disco alcuni pezzi tratti dai dischi di Gilberto. Inoltre fu inserito un brano di Baden Powell: durante il suo soggiorno brasiliano, Byrd aveva chiesto al chitarrista carioca se esistevano canzoni di bossa nova in tonalità minore. Baden Powell rispose: «L’unico che conosco l’ho scritto io». Era “Samba Triste”.

Maria Toledo, voce; Stan Getz, sax tenore; Charlie Byrd, chitarra; Keter Betts, contrabbasso; Gene Byrd, contrabbasso, chitarra; Buddy Deppenschmidt, batteria; Antonio Carlos Jobim, chitarra; Bill Reichenbach, batteria

Lato A

Desafinado

Samba Dees Days

O Pato

Samba Triste

           

Lato B

Samba De Uma Nota So

E Luxo So

Baia

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