
EDDIE HIGGINS TRIO: Speaking of Love - Music of Jobim
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Vai al prodottoEsecutore: Phil ranelin, trombone e altri artisti
Autore: Ranelin Phil
Numero dischi: 1
Barcode: 5060149622803
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LP da 180 grammi rimasterizzato da Ray Staff presso l’Air Mastering di Lyndhurst Hall, Londra.
Phil Ranelin era un trombonista free lance, che prese parte a parecchie sessioni di registrazione con artisti del calibro di Stevie Wonder, per poi fondare a Detroit con Wendell Harrison l’etichetta Tribe. Come molti altri artisti contemporanei che produssero album per case discografiche come la Strata East e la Black Jazz, Ranelin incise dischi per la Tribe caratterizzati da un vigoroso mix di soul, funk e free jazz nato dall’esperienza artistica di John Coltrane e da una evidente connotazione politica. Vibes from the Tribes è un disco di grandissimo interesse. Il brano che dà il titolo all’album è brillante e meravigliosamente funky, che si pone in netto contrasto con la vivace fusion che andava tanto di moda in quel periodo. “Sounds from the Village” è un brano persino migliore (e più vigoroso), che comprende un brillante passaggio del trombone di Ranelin e un coinvolgente assolo di chitarra. “Wife” vede protagonista Phil in veste di cantante e ricorda in maniera curiosa “Sleep Dirt” di Frank Zappa, una ammaliante melodia, che viene coronata da un meraviglioso assolo del leader, che in questo caso riesce a fare coesistere una grazia degna del miglior Bob Brookmeyer con la fenomenale agilità di George Lewis. “He The One We All Knew” costituisce un doveroso tributo a John Coltrane e accompagna gli ascoltatori in un viaggio in un groove basato sulla tipica libertà espressiva di Pharoah Sanders, che comunque si accende fino in fondo solo quando negli ultimi sei minuti la band si lancia in uno swing post bop, concludendosi con un altro apprezzabilissimo assolo di Ranelin. In questo brano si mette in grande evidenza il bassista Ralph Armstrong, i cui brevi passaggi solistici sono un prodigio di agilità e fanno pensare per quale motivo non abbia raggiunto una fama maggiore di quella di cui gode. Altre note molto positive arrivano dal delicato flauto di Wendell Harrison. Un disco consigliabile sotto tutti i punti di vista ed è davvero bello sapere che Ranelin continua a suonare ancora oggi. Un disco essenziale.
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