AA.VV.: Alfredo Campoli Encores

Questo splendido disco comprende una serie di celebri brani che vengono spesso usati come bis eseguiti in una maniera veramente incantevole, con i tre brani dal carattere più scopertamente sentimentale riuniti nel lato A, in modo che l’ascolto possa procedere senza spezzare l’atmosfera sognante a meno che non lo si voglia davvero. Per quanto riguarda i brani più brillanti bisogna andare più avanti; sotto questo aspetto, ritengo che il Tango di Albéniz avrebbe potuto essere eseguito con un approccio meno atletico e un briciolo di sentimento in più (e chi altri al mondo avrebbe potuto pensare di suonare un arrangiamento del brano di Joseph-Hector Fiocco? Sembra quasi di trovarsi di fronte a uno di quegli arrangiatori che realizzano cover di brani pop non del tutto riusciti). In ogni caso, i patiti del virtuosismo troveranno piena soddisfazione in Die Beine di Schubert, mentre gli irriducibili romantici potranno virare sui brani di Fibich, Ponce e Drdla, dove Campoli dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio di conoscere alla perfezione l’arte di suonare queste deliziose miniature. E – come si può notare chiaramente nel brano di Fibich – a tutto questo bisogna ancora aggiungere una straordinaria qualità sonora, che ricrea in maniera del tutto credibile il palcoscenico sonoro. Sotto l’aspetto interpretativo, Campoli abbina nei brani eseguiti in questo disco una grande padronanza stilistica a una tecnica assolutamente impeccabile, raggiungendo livelli mai raggiunti da nessun altro violinista di mia conoscenza, suonando con brillantezza, sentimento e uno sconfinato talento. In particolare, il brano di Drdla presenta una bellissima resa sonora […] come, del resto, tutti gli altri brani in programma.