

Esecutore: Sarah vaughan
Autore: Sarah Vaughan
Numero dischi: 1
Barcode: 5060149622605
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Dopo aver firmato nel 1949 il contratto con la Columbia, Sarah Vaughan portò avanti la sua strepitosa serie di successi con l’imperdibile Black Coffee, pubblicato nell’estate dello stesso anno. Durante la sua collaborazione con la Columbia, che durò fino al 1953, la Vaughan si dedicò quasi esclusivamente alle ballate pop commerciali, molte delle quali furono accolte con un grande successo. Qualunque brano cantasse, nessuno poteva evitare di rimanere estasiato di fronte al suo assoluto controllo e alla sua incredibile estensione vocale. La Vaughan era in grado di spaziare – apparentemente senza il minimo sforzo – dal registro più grave a luminosissime note acute. Il canto era per la Vaughan una seconda natura, una cosa del tutto naturale come per chiunque altro è respirare. Non so se avete mai sentito parlare del termine fraseggio applicato al canto: si tratta di un preziosismo che capita di ascoltare solo di rado. A voler essere proprio onesti, non è facile definire questa caratteristica. Il modo migliore che sono riuscito a trovare si riferisce alla capacità di un cantante di associare i versi di una canzone alla sua musica. Come si può facilmente immaginare, si tratta di una cosa molto più complessa rispetto a una semplice esecuzione di una canzone. In altre parole, bisogna fare coesistere armoniosamente il testo con la musica, rendere la propria voce lo strumento solista di una band e cantare una parola modulandola su diverse note. Si badi bene che non basta avere la capacità di sostenere una nota, ma si deve cantare la canzone con poche parole (in alcuni casi una sola) senza perderne il significato e spezzarne la continuità espressiva. Se si ascolta come la Vaughan avvolga la sua voce intorno a una parola, si può capire realmente cosa significa questo termine e per quale ragione oggi non viene più utilizzato spesso, visto che solo pochissimi cantanti attualmente in circolazione sono dotati di questo talento. A voler essere completamente sinceri, bisogna però riconoscere che la musica dei giorni nostri non fa più molto affidamento su questo stile di canto. Però, l’ascolto di un brano eseguito da una cantante del calibro di Sarah Vaughan lo fa sicuramente rimpiangere. Sono ragionevolmente sicuro che nel mondo ci siano vocalist jazz in possesso di questo stile, ma purtroppo non succede molto spesso di ascoltarli. Naturalmente era proprio questa dote a permettere alla Vaughan di sentirsi perfettamente a proprio agio con qualunque genere di musica volesse cantare. In questo splendido LP possiamo ascoltare la Vaughan eseguire una serie di brani pop orchestrati con grande raffinatezza. Persino la versione della celebre “Summertime” di George Gershwin viene eseguita con uno stile visibilmente uptempo. Anche se a prima volta questo disco potrebbe essere una semplice compilation di celebri standard concepita in termini puramente commerciali, la Vaughan esegue ogni brano con una tale intensità espressiva da elevarli molto più in alto di semplici brani pop. Per quanto possa non essere intensa sotto l’aspetto emozionale come Billie Holiday, la Vaughan riesce sempre a cantare anche il brano più semplice con una partecipazione emotiva sufficiente a trasformarlo in una piccola gemma (Richard Marcus).
Rimasterizzazione effettuata da Ray Staff presso l’Air Mastering, Lyndhurst Hall, Londra.
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