TITO RODRIGUEZ: Three Loves Have I (mono)

LP DA 180 GRAMMI RIMASTERIZZATO DA RAY STAFF PRESSO L’AIR MASTERING DI LYNDHURST HALL, LONDRA

Originario di San Juan, capitale di Puerto Rico, Tito Rodriguez approdò a New York nel 1939 per cantare nella band di suo fratello, dove imparò a suonare diversi strumenti prima di prendere il posto di vocalist con Enric Madriguera, Xavier Cugat, Noro Morales e José Curbelo. Nel 1947 costituì la sua prima band con René Hernández, Cachao Lopez e Victor Paz. Tra le numerose band create in questo periodo dai grandi cantanti latinoamericani, quella di Rodriguez fu senza dubbio la migliore e la più fortunata. Una delle ragioni del suo grande successo è senza dubbio la qualità della sua musica, che possiede l’irresistibile slancio di Tito Puente (che Rodriguez aveva copiato durante le “battaglie dei due Tito” che infiammarono numerose serate del Palladium) e dei fratelli Palmieri. Eddie Palmieri e la sua band presero parte ad alcuni dei suoi album migliori. In effetti, Rodriguez e Puente – i “due Tito” – furono tra i grandi protagonisti del Palladium, uno dei locali più famosi di New York, dove si batterono con impegno per ottenere la corona di Re del Mambo, fino a quando non riuscì ad aggiudicarsela Perez Prado. Se Tito Rodriguez presentava un mambo non molto diverso rispetto a quello della maggior parte delle band rivali, a fare la differenza fu la sua voce. Che cantasse mambo, twist latino e ballate sentimentali, Rodriguez si allontanava di rado dall’autentico sound latino, con qualche sfumatura innovativa. In effetti, nessun altro artista dell’epoca era in grado di misurarsi con Rodriguez nei suoi ruoli di raffinato cantante, versatile, musicista, sofisticato arrangiatore e compositore, brillante leader di formazioni strumentali e guida carismatica del panorama musicale latino di New York. La musica di Tito Rodriguez è estremamente idiomatica. Vista e considerata la grande popolarità ottenuta dai tre stili musicali citati nel titolo di questo disco, nessuno può stupirsi del fatto che Tito Rodriguez li considerasse alla stregua di veri e propri amori, anche – e forse soprattutto – perché gli avevano consentito di dare nuova energia alla musica latina. Al di là di tutto questo, va detto che questo album è senza dubbio uno dei dischi migliori registrati da Rodriguez nel corso degli anni Cinquanta – con brani concisi, lineari e con uno stile al tempo stesso vivace e dai forti sentori jazzistici – e non scade mai negli accenti troppo marcati in cui Tito si trovò a indulgere negli anni successivi. I brani sono tutti molto brevi, con frequenti passaggi degli ottoni sul brillante accompagnamento delle percussioni.