PAN AFRICAN PEOPLES ARKESTRA: Flight 17

Esecutore: Horace Tapscott & Pan Afrikan Peoples Arkestra

Autore: Pan African Peoples Arkestra

Numero dischi: 1

Barcode: 5060149623480

Pure Pleasure
LP
Jazz
2021
PPENS135
2021-09-01
37,00 €
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La Pan-Afrikan Peoples Arkestra (P.A.P.A.) di Horace Tapscott fu una delle big band più innovative, lungimiranti e fantasiose a mettersi in luce nel panorama jazz degli anni Sessanta e Settanta. In realtà, la P.A.P.A non raggiunse mai la fama planetaria di altre orchestra attive nello stesso periodo e il fatto che il nome di Horace Tapscott non suoni familiare alla maggior parte degli appassionati di jazz come quelli di Thelonious Monk e McCoy Tyner è dovuto alle logiche commerciali di un mercato dominato dalle case discografiche, nel quale una band che non registra dischi semplicemente non esiste. E la Pan-Afrikan Peoples Arkestra non registrò dischi per quasi 20 anni. Va però detto che il successo commerciale non fu mai una priorità per questa formazione, che si poneva ben altri obiettivi. Infatti, dopo averla fondata all’inizio degli anni Sessanta come Underground Musicians Association, Horace Tapscott volle sempre che la sua orchestra fosse prima di ogni altra cosa un progetto comunitario.

Dal suo quartier generale di Watts, la Underground Musicians Association iniziò a portare avanti la sua attività. Il gruppo venne ribattezzato Pan-Afrikan Peoples Arkestra nel 1971 e poco dopo gli fu offerta una residenza mensile presso la Immanuel United Church of Christ, che mantenne per oltre un decennio, mentre si esibiva in ogni parte di Los Angeles e in altre zone. Tuttavia, per tutti questi anni la P.A.P.A. non registrò una sola nota di musica. Per cambiare questa situazione a dir poco paradossale, si dovette attendere il provvidenziale intervento di un fan di nome Tom Albach. Assolutamente convinto del fatto che il lavoro della Pan-Afrikan Peoples Arkestra dovesse essere in qualche modo documentato, Albach fondo la Nimbus Records, con lo scopo di registrare la musica di Tapscott, dell’Arkestra e dei numerose musicisti di alto livello che ne facevano parte. All’inizio del 1978 si tenne la prima sessione di registrazione, dalla quale si ricavò materiale sufficiente per due album, il primo dei quali fu Flight 17. Il programma si apre con il magnifico brano che dà il titolo al disco. Questo pezzo, diviso in tre parti, inizia con una sezione per pianoforte solo, dopodiché tutto il gruppo dà vita a un movimento denso, meccanico e dalle movenze circolari, che offre agli ottoni e al pianoforte ampio spazio per mettere in luce le loro affascinanti sonorità. Si ritorno poi sulla Terra con un magnifico assolo di flauto. Il secondo brano in programma, il pianistico “Breeze”, appare molto diverso da “Flight 17” sia sotto il profilo dell’intensità sia sotto quello della durata, per quanto sia innovativo e audace come il title track. Questo brano si conclude con una commovente sezione che vede protagonista l’Arkestra al completo, che sfodera un panneggio sonoro molto simile a quello di una compagine di archi, con una timbrica più ricca. Questi primi due brani traggono pieno vantaggio dall’insolito mix del gruppo strumentale. Subito dopo si registra un radicale cambio di registro con “Horacio”, un esuberante pezzo dalle sonorità inconfondibilmente latine. Questo brano è diverso da tutti gli altri pezzi presenti sull’album e mi piace pensare che abbia preso il nome dall’alter ego cubano del direttore d'orchestra. “Clarisse” passa con grazia dal blues lento al bop ed è chiusa da un grande tema dai toni vagamente orientali. “Maui” è introdotta da un’intensa linea di basso. Come il brano precedente, si muove tra un certo numero di linee melodiche e ritmi contrastanti, ma c’è anche spazio per un melodioso assolo di sassofono.

Si tratta di un album semplicemente imperdibile e personalmente sono del tutto convinto che a rendere questo disco essenziale siano più che sufficienti i primi due brani in programma. (Kevin Ward / UK Vibe / Boomkat).

Horace Tapscott, pianoforte e direzione; Jesse Sharps, sax soprano, sax tenore, flauto di bambù e leader; Linda Hill, pianoforte; Adele Sebastian, voce e flauto; Lester Robertson, trombone; David Bryant, contrabbasso; Everett Brown Jr., batteria; Herbert Callies, clarinetto contralto; James Andrews, sax tenore e clarinetto basso; Michael Session, sax contralto; Kafi Larry Roberts, flauto e sax soprano; Archie Johnson, trombone; Red Callendar, tuba e basso; William Madison, percussioni e batteria; Louis Spears, violoncello e contrabbasso; Kamonta Lawrence Polk, contrabbasso

Lato A

Flight 17

Breeze

Lato B

Horacio

Clarisse

Maui

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