CHARLES TOLLIVER: Live At Slugs' Vol. 1

«Dove sei finito Charles Tolliver? Negli album pubblicati dalle etichette Music Inc e Strata East si notavano molti elementi di grande interesse, ma evidentemente l’attenzione del mondo della musica era concentrate altrove e questo straordinario album registrato dal vivo fu probabilmente ascoltato solo da poche centinaia di fortunati appassionati. Nel retro della copertina di questo disco Tolliver fece pubblicare una breve frase, che esprime efficacemente l’essenza della sua missione musicale: «Music Inc è stata fondato sulla base del desiderio di riunire un gruppo di musicisti in grado di capire la necessità di garantire la sopravvivenza della tradizione e dell’arte musicale, nella speranza che il loro profondo impegno e la stretta collaborazione tra loro possa permettere di raggiungere tutti gli appassionati». E con questa frase Tolliver non stava affatto scherzando. Infatti non è per niente facile trovare una forma di collaborazione più stretta di quella che unì Tolliver, Cecil McBee, Stanley Cowell e Jimmy Hopps nel concerto che tennero il 1° maggio del 1970 allo Slugs’ di New York City. Infatti, il loro era molto più di un tentativo di “preservare il jazz acustica” come si era proposito di fare Marsalis con il suo approccio elegante, in quanto con questo splendido album Tolliver e la sua band miravano a tutelare l’autenticità del jazz, mantenendone inalterata la sua caratteristica di musica improvvisata lungimirante e attuale. In realtà, Tolliver e i suoi compagni meritavano una risposta nettamente maggiore rispetto ai tiepidi e radi applausi che ricevettero quella sera, e continuano a meritare un pubblico in grado di apprezzare pienamente la loro arte.

Il programma dell’album comprende tre brani composti da altrettanti membri della band, Tolliver (“Drought”), McBee (“Felicite”) e Cowell (“Orientale”), che – pur essendo molto diversi tra loro – sono tutti di altissimo livello. Più in particolare, “Drought” fa parte di quel genere di brani dalle tinte scure e dai toni taglienti, che Tolliver scriveva abitualmente nei suoi anni più fecondi. “Felicite” è Invece un pezzo dai tratti assai più contemplativi, un brano intriso di un profondo sentimento, che viene eseguito dalla band con una palpabile empatia, con un sound particolarmente coeso, che fonde in maniera magistrale una assoluta padronanza tecnica con una inusitata profondità emotiva. “Orientale” si colloca in qualche modo tra I due brani precedenti, con le scale orientali di Cowell che stabiliscono un tono austero per tutti i diciassette minuti e mezzo di durata.

Per tutta la sua durata, la musica di Live at Slugs’ è spesso avvincente e sempre del tutto convincente. Hopps è un musicista che onestamente conosco poco, ma gli altri tre musicisti sono senza dubbio tra  gli artisti più sottovalutati di tutti i tempi e meritano ampiamente un posto nel pantheon del jazz, grazie al loro magistrale stile esecutivo. Sempre assolutamente presente in tutte le sue registrazioni, Tolliver sfoggia una stupefacente varietà stilistica, un talento cristallino e una padronanza assoluta sia come trombettista sia come leader. Se non fosse arrivato in un momento in cui il jazz puro stava cadendo in disgrazia, sono assolutamente convinto che il suo nome (insieme a quello di Woody Shaw) sarebbe stato tanto prolifico quanto quelli di Freddie Hubbard e di Lee Morgan; lo stesso discorso vale per il sempre brillante ed espressivo McBee al contrabbasso.

Mi rattrista profondamente il fatto che la Music Inc. non sia riuscita a “raggiungere ogni ascoltatore”, ma mi ritengo fortunato che abbia raggiunto la mia». (RYM).

Charles Tolliver, tromba; Stanley Cowell, pianoforte; Cecil McBee, contrabbasso; Jimmy Hopps, batteria

Lato A

Drought

Felicite

Lato B

Orientale