AA.VV.: Jazz at the Pawnshop

Esecutore: Arne Domnérus, sassofono e clarinetto; Bengt Hallberg, piano; Georg Riedel, contrabbasso; Lars Erstrand, vibrafono; Egil Johansen, batteria

Autore: Aa.vv.

Numero dischi: 2

Barcode: 0796519950379

Audionautes
Jazz
2023
AN2106UHQ
2023-01-01
82,00 €
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Registrato il 14 e il 15 dicembre 1976 presso il celebre Stampen Jazz Club di Stoccolma, Jazz at the Pawnshop si è conquistato nel corso degli anni la fama – più che meritata – di essere il migliore disco jazz del secolo, grazie a una qualità artistica e a una immagine sonora che temono pochi rivali.

Nelle note di copertina di questo disco, il producer Jacob Boethius ha scritto: «Quando il 6 dicembre 1976 caricò in macchina il suo impianto di registrazione dagli Europa Film Studios di Stoccolma, in Svezia, l’ingegnere del suono Gert Palmcrantz era sinceramente convinto di essere in procinto di fare una registrazione uguale a tutte le altre che aveva effettuato in precdenza. Nessuno poteva immaginare che Jazz at the Pawnshop sarebbe diventato un album di culto nella comunità degli audiofili e una delle registrazioni jazz più famose e apprezzate di tutti i tempi. Il semplice fatto che un album jazz sia stato pubblicato in così tanti formati nel corso di un lungo lasso di tempo (oltre 30 anni) dimostra in maniera inequivocabile che ci troviamo di fronte a un disco entrato di diritto nella storia. Le due serate di registrazione trascorse al Pawnshop Jazz Club furono semplicemente eccezionali. Ricordo benissimo che il numerosissimo pubblico aiutò i musicisti a spingersi ai limiti delle loro possibilità tecniche ed espressive e io mi ero sistemato nella piccola cucina del bar con i due registratori Nagra e l’ingegnere del suono Gert Palmcrantz, controllando il minuzioso set-up dei microfoni collocati intorno a cinque musicisti che suonavano in quella che poteva essere sicuramente definita una sorta di trance. Nel corso degli anni questo disco ha venduto oltre mezzo milione di copie, un dato quasi incredibile per un album di jazz classico. Inoltre, il disco continua a vendere 3000-4000 copie l’anno anche oggi, a distanza di quasi mezzo secolo dalla sua prima uscita».

 

Cos’è un UHQCD?

Per sei anni, dopo la nascita di HQCD, abbiamo continuato a fare numerosi tentativi per riprodurre l'audio con una qualità ancora più elevata. Abbiamo ricercato nuovi materiali e studiato modi per riprodurre l'audio con la massima fedeltà possibile. Dopo una serie di esperimenti, abbiamo deciso di adottare un approccio completamente nuovo, cambiando radicalmente il processo di produzione del CD stesso.

Abbiamo messo in discussione le convenzioni comuni sulla produzione di CD, che è rimasta in gran parte invariata in tutto il mondo per oltre 30 anni. Attraverso il nostro tentativo, che poteva sembrare un'idea peregrina, siamo arrivati alla massima qualità possibile- un livello che è certamente impossibile da ottenere con i dischi CD esistenti.

 

Caratteristiche del UHQCD

I dischi sono conformi alle specifiche CD e sono riproducibili sui tradizionali lettori di CD audio esistenti. Il processo di produzione del disco (di nuova concezione) evita il mascheramento della qualità del suono e offre un elevato piacere d'ascolto dell'audio di alta qualità, molto simile a quella che caratterizza il Crystal Disc.


CDs convenzionali di alta qualità (HQCD)

Abbiamo sviluppato i nostri dischi CD audio convenzionali ad alta qualità con l'intento di migliorare la qualità dell’audio semplicemente aggiornando i materiali utilizzati nei comuni dischi CD, sostituendoli con altri di qualità superiore. Ad esempio, per il substrato abbiamo utilizzato un policarbonato (un tipo di polimero) ad alta trasparenza e alta fluidità del tipo utilizzato per i pannelli LCD, mentre per lo strato riflettente abbiamo sostituito il comune alluminio a basso costo con una costosa lega ad alta riflettività dalle caratteristiche uniche.

Questi miglioramenti hanno permesso ai dischi CD prodotti in grande serie di riprodurre l'audio con maggiore precisione. Infatti, i dischi HQCD sono stati usati per pubblicare una vasta gamma di titoli di musica classica e jazz. Il semplice aggiornamento delle materie prime ha tuttavia fornito risultati non definitivi. Per ottenere ulteriori miglioramenti nella riproduzione audio, abbiamo dovuto ripensare da zero il processo di produzione del disco stesso.


Differenze nei metodi di produzione

I CD audio convenzionali vengono prodotti utilizzando la tecnica dello stampaggio a iniezione per formare una serie di “pit” (incavi) che rappresentano i dati. La piastra metallica su cui si formano gli incavi che rappresenta l'informazione audio viene utilizzata come matrice. Il policarbonato viene fuso ad alta temperatura e versato nello stampo per duplicare i “pit” sullo stampo.

Questo metodo è efficiente perché permette la produzione di massa ad alta velocità, ma non consente la duplicazione perfettamente accurata o una completa duplicazione degli incavi (“pit”) da parte del sistema di stampaggio. Quando è fuso, il policarbonato è piuttosto viscoso e quindi non può penetrare completamente in ogni minuscolo incavo. Abbiamo cercato di ricreare le microscopiche forme utilizzando il policarbonato di alta qualità utilizzato nei pannelli LCD, ma il risultato non si è rivelato perfetto.

Nel nuovo metodo che abbiamo sviluppato, tuttavia, abbiamo usato un fotopolimero anziché del policarbonato per replicare finemente gli incavi. Nel loro stato normale, i fotopolimeri sono liquidi, ma una delle loro proprietà caratteristiche è che si induriscono quando vengono esposti alla luce di determinate lunghezze d'onda. Sfruttando questa proprietà, siamo riusciti finalmente a ottenere la perfetta replica di incavi finemente dettagliati. I fotopolimeri allo stato liquido sono in grado di penetrare negli angoli più piccoli delle fosse dello stampatore in modo che il disegno degli incavi sia riprodotto con un livello estremamente alto di precisione. In questo modo, siamo riusciti ad ottenere dei risultati di un livello impossibile da ottenere utilizzando la tecnologia di produzione CD convenzionale.

Arne Domnérus, sassofono e clarinetto; Bengt Hallberg, pianoforte; Lars Erstrand, vibrafono;  Georg Riedel, contrabbasso; Egil Johansen, batteria

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