DAVE BRUBECK: Debut in the Netherland 1958

Esecutore: Dave Brubeck, piano; Paul Desmond, sassofono; Eugene Wright, contrabbasso; Joe Morello, batteria

Autore: Dave Brubeck

Numero dischi: 1

Barcode: 0196587824228

The Lost Recordings
CD
Jazz
2023
TLRECD2204043
2023-09-01
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Il trionfale esordio europeo del Dave Brubeck Quartet

Nei primi mesi del 1958, grazie al supporto economico del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il Dave Brubeck Quartet – che era stato appena rinforzato dai nuovi membri Joe Morello ed Eugene Wright – partì per una lunga tournée in Europa. Il primo concerto ebbe luogo il 26 febbraio nei Paesi Bassi, per la precisione nella leggendaria sala del Concertgebouw di Amsterdam, un auditorium che di solito ospita concerti classici. A partire dal 1951, grazie alla stretta collaborazione tra Dave Brubeck e Paul Desmond, la band aveva acquistato una fama sempre maggiore, che nel 1954 aveva permesso a Brubeck di comparire sulla copertina della prestigiosa rivista Time. Alcune indiscrezioni della stampa avevano permesso al pubblico di sapere che il mitico Duke Ellington si era recato a bussare alla porta della camera d’albergo di Brubeck per congratularsi con lui, un onore che il Duca riservava solo ai grandissimi. Si dice che – trovandosi di fronte uno dei protagonisti più carismatici del panorama jazz di quegli anni – Brubeck gli abbia risposto “It Should Have Been You” (“Dovresti essere tu”), citando il titolo di una celebre canzone di Gwen Guthrie. A seguito di questo fatto, Brubeck dedicò al suo collega pianista uno dei suoi brani più famosi, “The Duke”, che è compreso in questo imperdibile CD.

Quella memorabile sera invernale del 1958, i quattro jazzisti americani – nessuno dei quali aveva ancora superato i 40 anni di età – salirono sul palcoscenico della sala del Concertgebouw.

Immaginatevi il mormorio impaziente del pubblico che affollava la sala completamente esaurita in ogni ordine di posti e i quattro musicisti che si presentano sul palco, emozionati ma prontissimi a dare il meglio di loro stessi. Dopo un timido applauso, Paul Desmond provvide a rompere il ghiaccio con il tema, al tempo stesso malinconico e sofisticato, di “Two Part Contention”. Quando venne il turno del pianoforte, Brubeck eseguì una contromelodia, che rivelava la sua impostazione classica e la sua profonda conoscenza del contrappunto, che aveva acquisito nel corso degli studi che aveva compiuto con didatti del calibro di Darius Milhaus e Arnold Schönberg. Brubeck possedeva un’inventiva che non si limitava alla sfera melodica ma abbracciava anche le basi ritmiche e conosceva alla perfezione l’arte di conquistare il cuore del pubblico. Questo brano fu seguito da un grande successo di Disney, “Someday My Prince Will Come”, introdotto dal pianoforte; va ricordato che questo pezzo era stato presentato tre anni prima nell’album omonimo del leggendario Miles Davis. Il concerto proseguì con un celebre standard degli anni Trenta, “These Foolish Things” di Jack Strachey, che aveva contribuito a fare entrare nella leggenda Ella Fitzgerald. Da parte sua, Paul continuò a condurre il concerto con il suo stile al tempo stesso fluente ed etereo, con sporadici sonorità metalliche e contrasti dissonanti, mettendo in mostra – nel caso ce ne fosse ancora bisogno – il suo straordinario talento nel fraseggio armonico. Subito dopo il sassofono espose il tema di “One Moment Worth Years”. Eugene – che amava essere chiamato “The Senator” – sembrò mettersi a condurre una sorta di dialogo privato con una mano invisibile, brillante e ricca di sensibilità. Con lo stesso approccio la band eseguì “For All We Know”, scatenando un uragano di applausi. A questo punto, per Joe Morello venne finalmente il momento di attirare su di sé le luci dei riflettori.  Quando suonò “Watusi Dream” il pubblico poté scoprire l’arte di un batterista eccezionale, che aveva iniziato la sua carriera musicale come virtuoso di violino e che 15 anni prima aveva eseguito l’impegnativo Concerto per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn con la Boston Symphony Orchestra, ottenendo un eccellente successo di pubblico e di critica. Tuttavia, dopo avere ascoltato Jascha Heifetz, Morello si rese conto che non avrebbe mai potuto raggiungere l’eccelso livello del grande virtuoso russo e decise di lasciare il violino per la batteria. La band passò poi a suonare “The Wright Groove”, un breve pezzo composto da Eugene. Il concerto si chiude con “The Duke”, brano che rende omaggio a Duke Ellington, e un’interpretazione semplicemente magnifica di “Take the A-Train”, un grande classico degli anni Quaranta, che fu per molto tempo uno dei cavalli di battaglia dell’orchestra di Ellington, che in questo disco viene presentato con una incontenibile energia e ritmi molto innovativi. Con i loro schemi ritmici, tra i quali si inseriscono a ogni brano un paio di fragorose risate, i componenti della band sfoggiano lo spirito creativo che era emerso nel leggendario album Time Out, pubblicato l’anno precedente.

Purtroppo, i nastri originali si interrompono prima che quest’ultimo brano sia stato registrato per intero. In ogni caso, i responsabili della Lost Recordings hanno deciso di pubblicare in questo CD la parte rimanente, in modo da dare doverosa testimonianza dell’incontenibile creatività che si cela dietro la superficie dell’intramontabile arte di questo eccezionale quartetto.

Questo concerto aprì in maniera trionfale la tournée europea, annunciando in maniera forte e chiara l’eccitante capacità comunicativa che sarebbe diventata una delle caratteristiche più emblematiche del Dave Brubeck Quartet.

Dave Brubeck, pianoforte; Paul Desmond, sassofono; Eugene Wright, contrabbasso; Joe Morello, batteria

LP 1

Two Part Contention

Someday My Prince Will Come

These Foolish Things

 

LP 2

One Moment Worth Years

For All We Know

Watusi Drums

The Wright Groove

The Duke

Take the “A” Train (incomplete)

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