Esecutore: James Brown
Autore: James Brown
Numero dischi: 2
Barcode: 0821797259118
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Doppio LP da 180 grammi a 33 giri
Il leggendario Sex Machine di James Brown
Nell’atmosfera funky di Sex Machine Brown e la sua band cantano Get up, give it up, and turn it loose!
Un’esplosiva escursione dinamica e un impatto sonoro assolutamente vibrante
Stampa effettuata presso la Fidelity Record Pressings per una qualità sonora decisamente di livello superiore
James Brown vuole sapere una cosa prima che lui e la sua band inizino Sex Machine: «posso davvero mettermi in gioco?». I suoi compagni rispondono affermativamente con grande entusiasmo. E per l’ora successiva e più, Mr. Dynamite si lancia a capofitto nella musica, sfoderando una performance storica, intrisa di sudore, movimenti di piedi, ancheggiamenti, emozioni, energia, frenesia, che fa venire voglia di mollare tutto per mettersi a ballare. Inserito dall’autorevole rivista Rolling Stone nella classifica dei Cinquecento Album Più Grandi di Sempre, questo rivoluzionario album del 1970 è una testimonianza dell’eredità inimitabile di Brown e del potere della sua voce, della sua energia e della sua band.
Rimasterizzata a partire dai nastri analogici originali, stampata su doppio LP da 180 grammi a 33 giri dalla Fidelity Record Pressings e racchiusa in una elegante copertina gatefold tip-on realizzata dalla Stoughton Printing, questa imperdibile riedizione a tiratura limitata e numerata della Mobile Fidelity presenta Sex Machine per la prima volta con una qualità sonora realmente audiophile, che esprime tutta l’incontenibile energia di questa musica. Grazie a un’immagine sonora dinamica, immediata, presente e molto luminosa, tutto, dalla brillantezza e fluidità del sound degli ottoni allo schiocco e al fragore della batteria, fino al crescendo dell’organo, viene riprodotto con estrema fedeltà e realismo in una prospettiva a tutto campo.
Poi c'è il canto sovrumano di Brown, che in questo album emerge con una purezza, una naturalezza e una trasparenza che farebbero venire la pelle d’oca anche all’audiofilo più disincantato. Con una serie di urla, grida, suppliche, gemiti, prediche, fischi, comandi, testimonianze, cantilene e mormorii, il Padrino del Soul offre nei quindici brani di Sex Machine una delle migliori performance vocali di sempre. Questa riedizione definitiva realizzata per celebrare il 55° anniversario della prima uscita del capolavoro funk di Brown mostra ulteriormente una combinazione di chiarezza, solidità, separazione e immagine sonora che contribuisce a mettere in luce ciò che lui e i suoi eccellenti ensemble hanno registrato su nastro sia in studio sia dal vivo.
Quanto è realistica l’immagine sonora di questa riedizione? Krieg Wunderlich, ingegnere del suono veterano del Mobile Fidelity Sound Lab che ha curato ogni fase della rimasterizzazione, osserva: «C’era quando suono artefatto che sembrava poco naturale. A un ascolto più attento, si sono rivelati soffi sul microfono vocale. Questo fa parte della storia. JB lavorava sodo e respirava affannosamente. E c’era un montaggio il cui timing era davvero strano. Anche questo fa parte della storia».
Messo in commercio in un primo tempo come album live, Sex Machine contiene sei brani registrati in studio e in seguito sovraincisi con l’aggiunta di rumori di folla registrati a parte e riverbero. Fatta eccezione per “Low Down Popcorn”, i brani della seconda parte dell’album provengono da una performance fenomenale registrata nell’ottobre del 1969 presso il Bell Auditorium di Augusta, Georgia, città adottiva di Brown. Il rapporto speciale tra il cantante, il pubblico e il luogo è veramente palpabile.
Con l’avvento del nuovo decennio, negli anni Sessanta Brown ottenne un successo straordinario e dovette affrontare cambiamenti inaspettati. Soul Brother Number One ampliò presto la sua idea di un album live ufficiale registrato ad Augusta, quando l’ensemble che lo accompagnava in quel concerto si trasformò pochi mesi dopo lo spettacolo nella versione originale dei famosissimi J.B.’s. Le abilità virtuosistiche, la chimica perfetta e la natura ritmica dei J.B.'s lo spinsero a prenotare una sessione unica a Cincinnati, in Ohio, in una notte di fine luglio.
Potendo contare sulla preziosa presenza dei fratelli William “Bootsy” Collins e Phelps “Catfish” Collins, il gruppo – insieme a due batteristi – registrò una versione della durata di quasi 11 minuti di “Get Up I Feel Like Being Like a Sex Machine” e un emozionante medley di ‘Bewildered’, “I Got the Feeling” e “Give It Up or Turnit a Loose”. Una coppia di singoli allora recenti, registrati in studi diversi nel 1969, “Brother Rapp” e “Low Down Popcorn”, entrambi con la sua band precedente, hanno completato il secondo LP con brani che integrano il cofanetto live originariamente previsto.
Complicato? In un certo senso. Insolito? Senza dubbio. Ma proprio come ha elevato le aspettative per tutti gli artisti R&B presenti e futuri, Brown non solo fa funzionare tutto, ma lo rende anche davvero elettrizzante.
“Get Up I Feel Like Being Like a Sex Machine” merita da sola una tesi sull’arte del funk, visto che si muove su e giù come una torre di trivellazione petrolifera, testimoniando Brown che scatena una caratteristica serie di grugniti, squittii e interiezioni “good god”, per poi scivolare in un groove ipnotico che non si ferma mai. Oppure basta fare caso ai ritmi sincopati di “Brother Rapp (Part I and Part II)”, uno dei tanti brani di questo album che segnano il punto in cui Brown ha iniziato a considerare ogni strumento come uno strumento percussivo. Brown chiude il medley di tre brani con la sua nuova band con una frenetica “Give It Up or Turnit a Loose”, che provoca scosse simili a quelle che si provano infilando un dito in una presa elettrica.
Non che i brani live siano in alcun modo inferiori. Impostando un ritmo insistente per la vitalità che segue, “I Don’t Want Nobody to Give Me Nothing” posiziona Brown come modello di riferimento, leader e imprenditore autosufficiente. Tutta fervore ed energia, la breve e dolce “Licking Stick” sfida tutti a tenere il passo. La fluttuante e quasi confortante “Spinning Wheel” mette in luce la maestria strumentale di Maceo Parker e compagnia, e funge da perfetta transizione verso la tenera “If I Ruled the World”, salutata dai fiati.
E Brown e i suoi compagni non hanno ancora finito. Provate a resistere al doppio colpo finale di “I Can't Stand Myself (When You Touch Me)” e “Mother Popcorn”. Non potrete che chiedere pietà.
Non è fantastico? Certo che sì.
James Brown
Lato A
Get Up I Feel Like Being Like a Sex Machine
Brother Rapp (Part I and Part II)
Lato B
Bewildered
I Got the Feeling
Give It Up or Turnit a Loose
Lato C
I Don’t Want Nobody to Give Me Nothing
Licking Stick
Low Down Popcorn
Spinning Wheel
If I Ruled the World
Lato D
There Was a Time
It’s a Man’s Man’s Man’s World
Please, Please, Please
I Can’t Stand Myself (When You Touch Me)
Mother Popcorn
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