JONI MITCHELL: Hejira - Ultradisc One - Step 2 LP 45 rpm -

Esecutore: Joni Mitchell, vocal

Autore: Joni Mitchell

Numero dischi: 2

Barcode: 0821797205320

Lp 45 Giri
Pop/Rock
2025
MFSLUD2053
2025-10-01
170,00 €
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Il mitico Hejira di Joni Mitchell

Doppio LP da 180 grammi a 45 giri UltraDisc One-Step Pressing

Edizione limitata a sole 3000 copie numerate per tutto il mondo

Stampa effettuata presso la Fidelity Record Pressing

In Hejira Joni Mitchell parte per un viaggio senza fine di straordinaria suggestione

Disco inserito al 133° posto della classifica dei Cinquecento Album Più Grandi di Sempre di Rolling Stone

 

Joni Mitchell è l’unica artista che avrebbe potuto realizzare un album come Hejira, un fatto che ha confermato chiaramente la stessa leggendaria cantautrice quando ha parlato di questo album decenni dopo la sua prima uscita. Eppure questo fatto sembrava ovvio fin dal momento in cui l’album, premiato con un Disco d’Oro, è stato pubblicato nell'autunno del 1976. Diario di viaggio avventuroso, racconto approfondito e omaggio anticonformista alla libertà, Hejira rimane un'opera inimitabile nel catalogo della musica registrata, grazie a una serie al tempo stesso essenziale, splendida e meditativa di vignette sonore nelle quali coesistono armoniosamente un fluttuante pop armonico, cool jazz, soft rock ed elementi vocali sensibili che suscitano sensazioni di movimento, scoperta e introspezione.

Rimasterizzata a partire dai nastri analogici originali, stampata su doppio LP UltraDisc One-Step da 180 grammi a 45 giri presso la Fidelity Record Pressing a una tiratura limitata a sole 3000 copie numerate, questo imperdibile cofanetto della Mobile Fidelity presenta questo disco inserito dalla rivista Rolling Stone al 133° posto nella classifica dei Cinquecento Dischi Più Grandi di Sempre con una risoluzione dei dettagli, una ricchezza timbrica, accuratezza e un’immediatezza assolutamente senza confronti. Si tratta della prima volta che questo venerato LP viene riproposto in un’edizione audiophile ed è uno dei sei iconici dischi realizzati da Joni Mitchell nel corso degli anni Settanta che la Mobile Fidelity sta ristampando sia su vinile sia su SACD.

Grazie a un rumore di fondo praticamente inesistente, superfici silenziosissime e una definizione dei solchi allo stato dell’arte, questa imperdibile riedizione da collezionisti riproduce in modo avvolgente i toni, le trame sonore e la tecnica magistrale che contribuiscono a rendere Hejira l’equivalente di un viaggio liberatorio lungo una strada aperta con nient’altro che cieli blu, paesaggi naturali e aria fresca in abbondanza. I passaggi sbocciano, si propagano e si dissolvono come in un ambiente sonoro migliorato in maniera molto evidente. Il palcoscenico sonoro si estende in lungo, in largo e in profondità, con sfondi neri e immagini precise che aggiungono realismo.

L’immediatezza, la trasparenza e l’impatto sonoro mettono in grande evidenza le fitte linee vocali di Mitchell, il suo fraseggio simile a un flusso di coscienza e il suo slancio trattenuto, che – sia pure senza fretta – procede sempre in avanti. Allo stesso modo, i contributi strumentali degli eccezionali musicisti di supporto – una band che comprende i membri degli L.A. Express John Guerin, Max Bennett e Tom Scott, oltre a Neil Young, Victor Feldman e Abe Most – emergono con una chiarezza e un’immagine sonora semplicemente mozzafiato.

Mentre Mitchell, con la sua voce intima e gli spunti astratti della sua chitarra, è al centro di tutto, questa imperdibile riedizione di Hejira curata dalla Mobile Fidelity mette in ulteriore risalto l’ampiezza visionaria del chitarrista Larry Carlton e del bassista Jaco Pastorius. Sebbene sia presente solo in quattro brani, il basso fretless di Pastorius incarna le caratteristiche fluide, sottili, flessibili, spaziose e mutevoli di brani che spesso sembrano spuntare dal nulla, simili alla formazione di una soffice nuvola cumuliforme sopra la testa. In sincronia con la voce di Mitchell, il sound del basso di Pastorius aleggia e fluttua, sospeso in una nebbia che si vorrebbe inalare profondamente. Le “note di grazia” che Mitchell desiderava in Hejira possono ora essere ascoltate nella loro interezza. Lo stesso vale discorso per i raffinati intrecci di linee alineari, riempimenti e integrazioni srotolati dalla chitarra a sei corde di Carlton.

Sotto l’aspetto visivo, la copertina di questa riedizione su doppio LP da 180 grammi a 45 giri UltraDisc One-Step ne completa l’identità come vero e proprio oggetto di culto per i collezionisti più esigenti. Racchiusi in un lussuoso cofanetto, gli LP sono presentati in copertine stampate a caldo con una grafica assolutamente fedele a quella originale. Questa riedizione è pensata per gli ascoltatori che desiderano immergersi completamente nell’universo di Hejira, compresa l’indimenticabile copertina dell’album, un collage di 14 diverse fotografie che Mitchell ha assemblato con una Camera Lucida in un’unica immagine incentrata su un ritratto che la raffigura in posa stoica, e le fotografie interne che ritraggono Mitchell mentre pattina su un lago ghiacciato del Wisconsin indossando un paio di pattini neri, una maglietta nera e un mantello di pelliccia.

L’immagine di pattinare, sentire il vento che sferza il viso e perdersi nell’ambiente circostante è estremamente appropriata per Hejira, che Mitchell ha scritto dopo una serie di viaggi e relazioni che l’hanno spinta a riflettere sui complessi conflitti tra indipendenza e matrimonio, successo e soddisfazione, dovere e desiderio e – più specificamente – “il prezzo dell'essere donna”. La cantante canadese aveva già approfondito questi temi in precedenza, ma mai come in Hejira, la cui aura liberatoria e di fuga rappresenta un altro rifiuto della tradizione da parte di Mitchell, oltre che l’aspirazione a un’alternativa migliore.

Al tempo stesso riflessivo e personale, espansivo e isolato, allegro e struggente, Hejira abbraccia un mare di condizioni, emozioni e circostanze. Affronta i temi del vagabondaggio, dell’isolamento, del piacere, della scelta del luogo in cui vivere, del tempo e dell’ambiente circostante con un discorso sorprendentemente poetico abbinato a una musica che, fatta eccezione per la ballata “Blue Motel Room”, rinuncia alle strutture e ai ritornelli convenzionali.

Gli arrangiamenti jazz, caratterizzati da uno scarno apporto delle percussioni e da note di ogni tipo, distorte, arrotondate e instabili, fanno pensare che Mitchell non avesse in mente una destinazione precisa. Brani come la malinconica “Furry Sings the Blues”, la funky “Coyote” e la tagliente “Black Crow” spalancano porte prima chiuse alla possibilità e al viaggio, segnalando che è arrivato il tempo di allontanarsi dalle norme e dal passato, per arrivare a una maggiore chiarezza e prospettiva. O, come ha detto Mitchell quando ha scelto il titolo dell’album, è tempo di «lasciare il sogno, senza rimpianti».

Joni Mitchell

Lato A

Coyote

Amelia

 

Lato B

Furry Sings the Blues

A Strange Boy

Hejira

Lato C

Song for Sharon

Black Crow

Lato D

Blue Motel Room

Refuge of the Roads

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