

Esecutore: NDR RADIOPHILHARMONIE Hannover, Ruzicka
Autore: Enescu
Numero dischi: 1
Barcode: 0761203796625
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Qualche mese fa il critico di FonoForum ha recensito in termini estremamente positivi il primo disco dedicato dalla CPO alla produzione orchestrale di George Enescu, scegliendolo addirittura come Disco del Mese: «Francamente devo ammettere di fare molta fatica a immaginare un’interpretazione più esaltante e fedele sotto l’aspetto stilistico. Questo nuovo disco di Enescu realizzato dalla NDR Radiophilharmonie Hannover diretta da Peter Ruzicka costituisce una sorpresa molto gradita». Come era già successo nel disco precedente con la Sinfonia n. 5 in re maggiore (CPO777823), anche questa nuova uscita propone lavori in prima registrazione mondiale, dimostrando in modo inconfutabile il grande talento sinfonico di Enescu, che lo colloca tra i maggiori protagonisti di questo genere vissuti nel corso del XX secolo. A un primo ascolto, nelle sinfonie scritte da Enescu nell’ultima fase della sua parabola creativa non si notano elementi riconducibili alla tradizione musicale romena. A un esame più attento, emergono invece diversi spunti di questo idioma, che il grande compositore romeno trattò con raffinata eleganza. In particolare, Enescu utilizzò spesso le vecchie scale modali proprie dell’antica tradizione bizantina, combinandole sapientemente con le consuete tonalità maggiori e minori del sistema tonale. Inoltre, nelle opere di Enescu è possibile notare con una certa frequenza gli intervalli di seconda, quarta e settima demonizzati dalla dottrina armonica di stampo accademico, ma amati in maniera appassionata dai musicisti specializzati nel repertorio popolare romeno. Molti anni più tardi Enescu compose a Parigi la Sinfonia da camera op. 33, la sua ultima opera, concepita per dodici strumenti solisti. In quel periodo il compositore godeva di una pessima salute e sotto molti aspetti questo lavoro può essere considerato il suo testamento e l’espressione delle sue ultime volontà. In particolare, la strumentazione è notevolmente assottigliata, il materiale musicale sottomesso a una assoluta standardizzazione e i quattro movimenti corrispondono vagamente alle diverse parti dei primi movimenti di una sonata classica, presentando una successione più o meno ordinata di esposizione dei temi, sviluppo, ripresa e coda. Il lamento della tromba che si può ascoltare nel terzo movimento – che in un primo tempo era stato intitolato Adagio funebre – esprime con impressionante realismo l’amara consapevolezza dell’avvicinarsi della fine.
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