

Esecutore: Ornette Coleman Double Quartet
Autore: Ornette Colemann
Numero dischi: 1
Barcode: 4260019716088
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Quando questo album fu pubblicato per la prima volta, il termine “free jazz” esisteva già da un pezzo, anche se aveva un significato del tutto diverso, in quanto veniva utilizzato per indicare le esibizioni di jazz a ingresso libero. Nonostante questo, il celebre disco di Ornette Coleman finì per dare il suo titolo a uno stile di jazz del tutto innovativo, in base al quale un’esibizione “free” si poneva l’obiettivo di emanciparsi da ogni convenzione precedente, permettendo ai jazzisti di fare correre liberamente la loro fantasia. Il free jazz diede così la possibilità di stabilire regole spesso del tutto rivoluzionarie per ogni brano di nuova composizione. Questo approccio contribuì a dare nuovo slancio e un rinnovato entusiasmo a tutto il mondo del jazz e – secondo il parere di molti addetti ai lavori – l’album registrato da Ornette Coleman nel dicembre del 1960 può essere considerato come un maestoso portale che aprì l’era del free jazz.
Per questo disco, Coleman pensò veramente in grande, in quanto portò nello studio di registrazione nello stesso momento due quartetti (entrambi composti da due strumenti a fiato e privi di pianoforte), ai quali chiese di suonare senza interruzioni per ben 36 minuti, creando in questo modo una grande improvvisazione collettiva. In questi brani non vi sono temi precisi, ma motivi simili alle fanfare che si manifestano quando gli strumenti a fiato suonano insieme. Dalla prima all’ultima battuta, entrambi i brani sono sostenuti da un denso e incessante impulso ritmico, che può essere percepito più che sentito distintamente. Uno dopo l’altro, i musicisti hanno ampio spazio per le loro improvvisazioni, un fatto che conferisce a questo album il sapore eccitante e sorprendente delle jam session. Il primo a esibirsi è ovviamente Ornette Coleman, che viene seguito subito dopo da Eric Dolphy e poi dai due trombettisti. In ogni caso, agli altri fiati non manca di certo l’opportunità di sfoggiare il loro grande talento, inserendo continuamente divagazioni e commenti e supportando incessantemente il solista di turno con straordinaria creatività. Per tutta la durata del disco si percepisce un’incontenibile energia e un grande calore espressivo (anche se la temperatura dello studio di registrazione era assai bassa). Quando arriva poi la volta dei contrabbassisti e dei batteristi i quattro strumentisti a fiato restano in completo silenzio per quasi undici minuti. Questo album non ebbe solo di merito di dare inizio a una nuova era del jazz, ma continua a rappresentare una pietra miliare assolutamente imprescindibile per tutti gli appassionati di jazz dei giorni nostri.
Questa straordinaria riproposizione della Speakers Corner è stata realizzata con tecnologia rigorosamente analogica, utilizzando i nastri analogici originali e un procedimento di rimasterizzazione del tutto analogico, dal master alla testina di incisione. Per finire, va sottolineato il fatto che l’etichetta tedesca ha provveduto a pagare tutte le royalty e tutti i diritti d’autore, un fatto per nulla scontato al giorno d’oggi.
Registrazione effettuata nel dicembre del 1961 presso gli A&R Studios di New York dall’ingegnere del suono Tom Dowd e dal producer Nesuhi Ertegun.
Ornette Coleman, sax contralto
Eric Dolphy, clarinetto basso
Don Cherry, tromba
Freddie Hubbard, tromba
Charlie Haden, contrabbasso
Scott LaFaro, contrabbasso
Billy Higgins, batteria
Ed Blackwell, batteria
Lato A
Free Jazz
Lato B
First Take
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