ROY ORBISON: Lonely and Blue

Eseguendo il classico senza tempo “Only the Lonely”, l’inconfondibile timbro baritonale e lo splendido stile vocale di Roy Orbison risuonano in maniera semplicemente meravigliosa nelle quattro facciate di questa rimasterizzazione a 45 giri della ORG di Lonely and Blue, un titolo stampato dalla Gotta Groove Records su doppio vinile da 180 grammi di alta qualità che saprà conquistare anche gli audiofili dai gusti più esigenti. Pubblicato nel 1961, il primo disco realizzato da Roy Orbison per la Monument comprende “Come Back to Me (My Love)” e “Only the Lonely”, due brani destinati a entrare nella leggenda. Il terzo singolo registrato per l’etichetta Monument di Fred Foster fu “Only the Lonely”, che fu la prima canzone a rivelare al di là di ogni ragionevole dubbio lo straordinario potenziale della voce di Orbison e a consacrarne l’unicità e la grandezza. Questo brano balzò immediatamente al secondo posto della classifica di Billboard e si insediò stabilmente al primo posto delle hit-parade inglesi. Questo incredibile successo di Roy Orbison venne reso possibile da una serie di piccoli dettagli. In particolare, tra i fattori chiave vi furono l’alto livello dei brani eseguiti, l’accuratezza della produzione e il vigore dell’interpretazione. Tutti i brani presentavano una struttura, un sound e uno stile completamente nuovi. Brani del tutto innovativi, che fino a quel momento nessuno si era sognato nemmeno lontanamente di eseguire e che crearono nel giro di pochissimo tempo una moda. Da parte sua, Fred Foster antepose decisamente la qualità alla quantità. Per questo disco Foster decise di investire una buona quantità di denaro senza avere nessuna garanzia di successo e dimostrò di essere disposto a scommettere su un sound che non si allineava alle regole commerciali del mercato musicale di quegli anni. Roy Orbison fu uno dei pochi cantanti di grande successo che riuscirono a farsi strada e addirittura a consolidare la propria popolarità negli anni immediatamente precedenti la cosiddetta British Invasion. Orbison raggiunse questi risultati mantenendo una eccezionale qualità artistica e una originalissima varietà di contenuti, strutture, tempi e ritmi. Orbison era anche in grado di interpretare le canzoni come pochi altri, una qualità che si nota soprattutto nel gran numero di variazioni che faceva nel corso di ogni sessione di registrazione – o tra una sessione e l’altra – aggiungendo alla fine a ogni canzone (almeno) un elemento in grado di scatenare l’entusiasmo del pubblico. «Questo disco non fu solo un grande successo per Roy Orbison […] ma addirittura per tutto il rock & roll. Fino a quel momento, fatta eccezione per Elvis Presley – che come si sa fa parte di una classe a se stante – pochissimi cantanti di rock & roll bianchi avevano tentato di fare un uso massiccio dell’LP come possiamo sentire in questo disco. Orbison, il suo collaboratore Joe Melson e il producer Fred Foster trasformarono questo disco d’esordio in una vastissima tavolozza sonora, nella quale è possibile riconoscere le pulsioni del rock & roll, il tipico sound country di Nashville, l’estensione straordinariamente ampia della voce di Orbison e un’intensità quasi operistica, che contribuisce a rendere assolutamente unici alcuni brani. Anche se il singolo “Only the Lonely” costituì il brano più accessibile e commerciale di questo nuovo sound, il programma di questo disco comprende canzoni molto gradevoli e differenti variazioni di quello stile» (allumusic.com).