PAUL SIMON: There Goes Rhymin' Simon

Esecutore: Paul Simon

Autore: Paul Simon

Numero dischi: 1

Barcode: 0821797221764

SACD Ibrido
Pop/Rock
2023
MUDSACD2217
2023-10-01
40,00 €
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SACD ibrido in tiratura limitata e numerata della Mobile Fidelity

Questo album del 1973 intriso di anima vede protagonisti musicisti di prim’ordine, voci straordinarie, accenti gospel edificanti e testi di fortissimo impatto

Il programma comprende “Kodachrome” e “American Tune”

Dimostrando la sua profonda sensibilità per il soul e il R&B, Paul Simon radunò intorno a sé diversi coristi specializzati nel gospel e si recò in pellegrinaggio ai Muscle Shoals Sound Studios per rendere ancora più vero e intenso il sound che voleva presentare il There Goes Rhymin’ Simon. Ovviamente, il suo istinto si rivelò del tutto corretto. Molti fan e addetti ai lavori continuano a considerare il terzo iconico album del leggendario cantante e cantautore un vero capolavoro che – secondo il celebre critico Robert Christgau – «evoca una nuova grazia e la giusta flessibilità in grado di esaltare il pop in grado di riempire gli stadi, esprimendo fatti ed emozioni di tutti i giorni con un’arguzia luminosa e una profonda consapevolezza».

Questo SACD della Mobile Fidelity mettono in evidenza la bellezza delle affascinanti melodie di Simon, per non parlare delle performance vocali che, probabilmente, rimangono l’elemento di maggiore spicco dell’album. Il canto di Simon raggiunge picchi che eguagliano o superano quelli di qualsiasi altro suo lavoro, Simon and Garfunkel compreso. Sicuro, naturale e flessibile, il suo timbro baritonale risuona con un realismo e un’estensione che immergono completamente il pubblico in ogni brano. In certi momenti, si lascia andare; in altri, diventa un gentile balladeer alla pari di un apprezzato chanteur del jazz. Una tale versatilità rimane di per sé sbalorditiva, ma in due brani riceve anche il supporto dei leggendari Dixie Hummingbirds, un’accoppiata che si rivela a dir poco magica.

Lo stesso discorso vale per gli arrangiamenti dei fiati di Allen Toussaint per “Tenderness” e quelli per archi di Quincy Jones per “Something So Right”. Il titolo di quest’ultimo brano potrebbe fungere da affermazione generale per There Goes Rhymin’ Simon, in quanto tutto appare perfettamente curato, organizzato e levigato. Questo giudizio può essere esteso anche all’interpretazione della band di professionisti che prese parte alla registrazione di questo album, che conta tra gli altri il virtuoso Pete Carr (che nel corso degli anni collaborò con artisti del calibro di Joan Baez, Bob Seger e Rod Stewart), il membro della sezione ritmica dei Muscle Shoals Jimmy Johnson, il grande maestro del R&B Cornell Dupree alla chitarra, il fondatore del Muscle Shoals Sound Studio David Hood, il veterano della Blue Note Bob Cranshaw, il collaboratore degli Astral Weeks Vernie Robbins al basso, il fondatore dei Fourplay Bob James al Fender Rhodes e alle tastiere, il celebre esperto di soul-jazz Grady Tate e il collaboratore di Aretha Franklin Rick Marotta alla batteria. Un casto di eccezionale livello artistico.

La prova della perfetta chimica che unisce tutti gli artisti che presero parte alla registrazione di questo album può essere chiaramente notata nel programma, che spazia da ritmi di matrice giamaicana e spunti orchestrali a correnti blues stabili e accenti di ottoni intrisi di New Orleans. L’istinto di Simon per una narrazione forte, trasmessa con un’emozione sentita, completa una tripletta di strumentazione, arrangiamento e interpretazione. Prendendo spunto da episodi come il Watergate e la guerra del Vietnam, il cantante medita su esperienze universali per tutti gli americani – soprattutto in “American Tune”, un brano musicalmente basato su un inno e il cui testo continua a essere attuale. Allo stesso modo, Simon trasforma in verità la surreale allegria, il comportamento antisociale e la riflessione pensosa in “Kodachrome”, un successo da numero due che lo ha consacrato definitivamente come star solista.

Grandi successi e singoli a parte, There Goes Rhymin’ Simon si presenta come una dichiarazione artistica perfettamente coerente e, per citare il critico di Rolling Stone Stephen Holden, come «un ciclo di brani ricco e commovente, in cui ogni taglio si riflette su ogni altro per creare una serie sempre più ampia di rifrazioni». 

Tracklist

Kodachrome

Tenderness

Take Me To The Mardi Gras

Something So Right

One Man's Ceiling Is Another Man's Floor

American Tune

Was A Sunny Day

Learn How To Fall

St. Judy's Comet

Loves Me Like A Rock

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